Dr. Salvatore Capobianco

Direttore della Struttura Dipartimentale

Centro di Riferimento Regionale

per la Retinopatia del Prematuro

presso l'Ospedale Pediatrico Santobono di Napoli

 

 

                           

 

 

I POTENZIALI VISIVI EVOCATI NEL NEONATO A TERMINE ED IN QUELLO PREMATURO.  STUDIO COMPARATIVO.

 

In tale lavoro il Dr. Salvatore Capobianco utilizza lo studio dei Potenziali Visivi Evocati,  per valutare lo sviluppo delle vie ottiche e del sistema nervoso centrale in neonati a termine, confrontandone i tracciati elettrofisiologici con quelli di neonati prematuri, con e senza patologia anossica perinatale.

Lo studio è stato effettuato su di un gruppo di 30 neonati, 10 nati a termine, 10 prematuri, ma senza grossi problemi anossici, e 10 pretermine, con età post-concezionale più meno uguale a quelli del precedente gruppo, ma che avevano presentato distress respiratorio grave e/o emorragie cerebrali alla nascita o nei primi giorni di vita.

L’esame dei Potenziali Visivi Evocati ha dimostrato,  nei primi due gruppi di bambini, una veloce maturazione delle vie ottiche, nei primi tre mesi di vita, seguita da una maturazione più lenta che si andava completando entro il sesto mese. La maturazione dei tracciati dei pretermine è risultata, però, essere in rapporto all’età postconcezionale dei piccoli piuttosto  che  a quella postnatale.

Invece, un ritardo della maturazione morfologica dei tracciati, nonché un significativo aumento della latenza del complesso n-p-n, con una riduzione della sua ampiezza, è stato sempre riscontrato in pazienti prematuri con grossi problemi di anossia o ipossia perinatale o con problemi emorragici cerebrali alla nascita. Tali alterazioni permangono quasi sempre anche oltre il sesto mese di vita.

 

 

Premessa

Lo sviluppo della visione nel neonato non è facile da studiare, dal momento che la funzione visiva, cosi come la sua valutazione, comprende molteplici aspetti, legati allo sviluppo dell’occhio, del sistema nervoso centrale, e del comportamento.

Il senso della vista, tuttavia, rappresenta per il bambino, la più importante fonte d’informazione circa il mondo esterno, ed è di vitale importanza per il suo sviluppo, tanto che si può avere una grave compromissione dello sviluppo generale quando la percezione visiva è danneggiata.

Per testare la funzionalità visiva del neonato sono stati proposti svariati metodi, tra questi quelli che hanno ottenuto il maggior successo e che ancor oggi vengono utilizzati sono i “preferential looking” ed i “VEP” o “PEV”.

In ambiente pediatrico il PEV ottenuto con stimolazione da flash, per ragioni pratiche, è più usato in quanto, rispetto a quello con stimolazione da pattern, non richiede alcuna collaborazione da parte del paziente e si può effettuare anche con il neonato ad occhi chiusi o in sonno.

 

 

Materiali e metodi

Nel corso degli ultimi due anni, abbiamo selezionato un campione di 30 neonati suddivisi in tre gruppi:

  1. 10 neonati erano nati a termine (età gestazionale compresa tra le 38 e le 41 settimane), con sviluppo pre e post-natale nella norma, così come risultava dalla documentazione medica, comprendente ecografie eseguite nel corso della gravidanza e documentazione clinica prodotta dall’ostetrico e dal pediatra che aveva assistito al parto.

  2. 10 neonati erano pretermine (età gestazionale compresa tra le 28 e le 35 settimane e con peso medio alla nascita intorno ai 1.500 gr.); anche in questo caso abbiamo scelto 10 neonati che, anche se prematuri, non presentavano gravi patologie sistemiche o cerebrali che avrebbero potuto interferire negativamente sui risultati dei nostri tests.

  3. gli ultimi 10 neonati esaminati erano anche essi pretermine (età gestazionale compresa tra le 28 e le 35 settimane e con peso medio alla nascita intorno ai 1.500 gr.), ma presentavano gravi patologie cerebrali (emorragie cerebrali, idrocefalo post-emorragico, sindrome anossica-ischemica, etc) che avevano la potenzialità di poter influire negativamente sul normale sviluppo visivo.

Tutti i neonati sono stati sottoposti, prima di essere inseriti nel nostro studio, ad una visita oculistica completa e dal nostro campione sono stati esclusi  quei pazienti che presentavano patologie dell’apparato oculare (ROP di stadio superiore al I, intenso pallore del disco ottico, nistagmo, leucocoria, glaucoma o altre alterazioni congenite del globo, etc).

Naturalmente la consulenza del neonatologo e del neurologo, oltre ad eventuali indagini strumentali, ci ha permesso di selezionare i pazienti del gruppo b) e quelli del gruppo c).

Abbiamo sottoposto al PEV tutti i neonati non appena possibile, dopo la nascita, e quindi all’età di 2, 3 e 6 mesi di età post-concezionale. Nell’eventualità di un tracciato perfettamente normale non abbiamo sottoposto il piccolo ad ulteriori esami.

Gli esami sono stati effettuati secondo il protocollo standardizzato dell’ISCEV (International Society for Clinical Electrophysiology of Vision) e la componente del tracciato che abbiamo esaminato con particolare attenzione è stato il complesso n-p-n, considerato l’elemento più stabile e meglio identificabile del Potenziale Visivo da flash.

 

Risultati

I tracciati ottenuti presentavano una notevole variabilità sia per la morfologia dell’onda che per l’ampiezza e la latenza del complesso n-p-n.

Nei pazienti del primo gruppo il primo tracciato registrato già presentava una morfologia regolare con complesso n-p-n ben evidente e risposta secondaria presente; il complesso n-p-n aveva latenza ed ampiezza che andava man mano assumendo valori nei limiti della norma con la crescita del piccolo (esempio di un caso nella figura seguente)

 

 

I pazienti appartenenti al secondo gruppo di studio, particolarmente quelli con prematurità molto marcata, presentavano, nelle prime settimane di vita, un tracciato morfologicamente poco strutturato, con complesso n-p-n ed altre componenti non sempre ben evidenziabili, ma, già con il secondo tracciato (registrato intorno ai 2 mesi di età anagrafica) la morfologia dell’onda andava migliorando e le sue componenti prendevano forma, in particolar modo il complesso n-p-n intorno alla 42° - 44° settimana di età post-concezionale assumeva ampiezza e latenza nei limiti della norma (esempio di un caso nella figura seguente)

 

 

I tracciati dei pazienti del terzo gruppo erano sovrapponibili a quelli del secondo nelle prime settimane di vita, ma nel corso della crescita i tracciati registrati nei mesi successivi, anche se sempre con una generale tendenza alla maturazione dell’onda, mostravano la permanenza di alterazioni morfologiche, riduzione dell’ampiezza ed aumento della latenza del complesso n-p-n (esempio di un caso nella figura seguente)

 

 

 


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Il Dottore Salvatore Capobianco, Specialista Oculista per bambini e neonati, lavora presso l'Ospedale pediatrico Santobono di Napoli, in stretta collaborazione con i neonatologi ed i pediatri della Regione Campania

Si occupa  della cura dell' occhio bambino e del neonato.

Tra le patologie oculistiche più frequenti nel bambino ricordiamo lo strabismo, la dacriocistite (canaletto otturato), il calazio, i difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo) che spesso provocano mal di testa, l'ambliopia (occhio pigro).

 

 

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